Il box perfetto
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Il box perfetto
Ciao a tutti, come da titolo apro questo topic per discutere con voi di come dovrebbe essere costruito il box "perfetto" per un Sub e per un Woofer, tralasciando tutti i vari parametri elettrici che variano a seconda dell AP che si utilizza ma concentrandosi solamente sull' aspetto manuale...
???How it's made???
Secondo voi quali sono i materiali migliori o che preferite utilizzare? (Legno, Resina, Alluminio, ecc. ecc.)
Come strutturereste la costruzione ? Rinforzi, polveri di vari materiali, Viti, Alloggiamento trasduttore, ecc. ecc.
???How it's made???
Secondo voi quali sono i materiali migliori o che preferite utilizzare? (Legno, Resina, Alluminio, ecc. ecc.)
Come strutturereste la costruzione ? Rinforzi, polveri di vari materiali, Viti, Alloggiamento trasduttore, ecc. ecc.
.... é ufficiale, arriva la casa, quindi sarò inserito nella lista dei BRADIPI di CAF :-)
W.I.P. viewtopic.php?f=19&t=1511
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Re: Il box perfetto
Riguardo al materiale mi sembra di aver visto menzionare piu volte il multistrato di betulla molto resistente all'umidita e molto leggero...per il resto vediamo cosa rispondono gli altri...da quello che ho visto, senza nulla togliere all'alta competenza di molti qua nel forum, sembra che quello con una migliore manualita sia Kappagi che anche se dovesse negare basta vedere tra i suoi post tra cui il progetto k muto che cosa riesce a realizzare
Re: Il box perfetto
Il miglior materiale per costruire box a mio avviso è l'MDF. Tra le tante prove che ho fatto e per prove intendo misure reali con strumenti seri, l'MDF è il materiale più idoneo perchè ben smorzato. In effetti pesa parecchio però, a parte ad appesantire l'auto, è di certo un bene. Infatti bisognerebbe rispettare un certo rapporto tra mms dell'altoparlante e la massa del mobile pena una perdita di qualità. Infatti la massa del mobile deve contrastare il movimento del cono. Deve muoversi il diaframma non tutto il box!
- suonohificar
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Re: Il box perfetto
Anche io sapevo MDF meglio da 25mm se parliamo di potenze oltre i 1000Watt
Viti bronzate non troppo grandi e di lunghezza doppia dello spessore del pannello (es. legno 19mm vite da 3x35mm) praticare due fori uno più largo sul pannello dove la vite deve poggiare ed uno più stretto nel pannello dove la vite deve "tirare" . Colla vinilica a go go
Possibilmente è meglio che il woofer abbia la camera posteriore uguale o maggiore del suo diametro : insomma il minimo sindacale è un cubo
Il tubo reflex (se previsto) credo sia meglio sul pannello frontale e non troppo vicino all'altoparlante ma neppure ai pannelli , pena allungamento virtuale dello stesso.
Viti bronzate non troppo grandi e di lunghezza doppia dello spessore del pannello (es. legno 19mm vite da 3x35mm) praticare due fori uno più largo sul pannello dove la vite deve poggiare ed uno più stretto nel pannello dove la vite deve "tirare" . Colla vinilica a go go
Possibilmente è meglio che il woofer abbia la camera posteriore uguale o maggiore del suo diametro : insomma il minimo sindacale è un cubo
Il tubo reflex (se previsto) credo sia meglio sul pannello frontale e non troppo vicino all'altoparlante ma neppure ai pannelli , pena allungamento virtuale dello stesso.
I problemi non esistono , esistono solo le soulzioni
Conoscere prima il sistema , è deleterio per la valutazione all'ascolto
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Re: Il box perfetto
Aggiungo una rafinatezza. L'altoparlante sarebbe opportuno fissarlo con viti/bulloni amagnetici in modo di non alterare minimamente il flusso
del magnete. Che si senta la cosa non ne ho idea ma cmq male non fa.
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- suonohificar
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Re: Il box perfetto
Aggiungo , a mio parere , di non usare viti autofilettanti nel legno , ma viti M con la femmina a ragno messa sul pannello , lato di dietro.danyx ha scritto:Aggiungo una rafinatezza. L'altoparlante sarebbe opportuno fissarlo con viti/bulloni amagnetici in modo di non alterare minimamente il flusso
del magnete. Che si senta la cosa non ne ho idea ma cmq male non fa.
I problemi non esistono , esistono solo le soulzioni
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Re: Il box perfetto
Da www.tnt-audio.com
La costruzione di diffusori acustici: il legno
Ecco il primo di una serie di articoli dedicati agli autocostruttori di diffusori acustici. Si comincia dall'inizio, con la scelta dell'essenza da utilizzare per la costruzione di una buona coppia di cabinet.
La letteratura in proposito non è certo vasta, ed a grandi linee è possibile individuare due distinti approcci alla realizzazione del cabinet, diretti in un primo caso ad assorbire ed eliminare quanto più possibile le vibrazioni prodotte dagli altoparlanti, in secondo caso a sfruttare le risonanze dei pannelli per realizzare una vera e propria cassa armonica, che contribuisce dunque al suono del diffusore.
Io tendo con decisione verso la prima impostazione: la progettazione di diffusori acustici è ancora sufficientemente tarata nella sua scientificità da una enorme quantità di variabili, ed aggiungerne volontariamente di ulteriori mi sembra del tutto fuori luogo.
Io credo che siano gli altoparlanti a dover suonare ed aggiungere a bella posta risonanze e vibrazioni significa introdurre distorsioni, di cui a dire il vero non sento la mancanza!
Senza considerare poi che anche nella costruzione di diffusori inerti e smorzati non esiste una regola universale da seguire, ma una serie di probabilità; ecco che allora si impone come materiale più indicato l'MDF, magari smorzato da una serie di pannelli di materiali bituminosi, gommosi, cellullosi smorzati, e chi più ne ha più ne metta (sic!)
Interessante è poi l'utilizzo di sandwitch di legni differenti, come ad esempio multistrato ed MDF, per realizzare dei pannelli che uniscano le caratteristiche meccaniche di due materiali differenti. E l'utilizzo di intercapedini da riempire di sabbia, di talco, di pallini di piombo, di blue tak?
E il marmo, il cemento, o i materiali compositi?
Qui il discorso diviene davvero troppo complesso: le essenze lignee, o derivate, sono infine le più affidabili e raggiungibili e mi sembra saggio evitare di occuparsi di materiali troppo complessi da lavorare e di scarso interesse generale.
Io consiglio di procedere sempre per gradi, e stabilire delle priorità; il materiale utilizzato per costruire il mobile dovrebbe essere a mio avviso l'ultimo gradino di una scala piuttosto lunga.
Ho conosciuto persone che curavano sino allo stremo delle forze il cablaggio di impianti mal assortiti e squilibrati, con la pretesa di potere risolvere tutto con un connettore dorato od un cavo speciale. Nello stesso modo un diffusore mal progettato e mal suonante non si trasformerà in un cigno solo grazie ad uno studio accuratissimo dei modi di vibrazione e della loro influenza sul suono.
Certo, è sicuramente possibile migliorare le prestazioni di un ottimo diffusore curando la precisione della costruzione ed il comportamento del cabinet, ma sarà necessario fare diverse prove, costruendo diversi mobili identici nelle misure ma di materiali differenti.
Altrimenti ci si può affidare alle cure di un buon MDF, 16 o 19 mm di spessore e smorzare dove possibile con del bitume di varia provenienza. Ottima alternativa è poi il multistrato marino (più costoso), sempre abbastanza rigido e forse meno cupo nel mediobasso.
Bene il multistrato classico, tipo di betulla, ma solo di elevati spessori (sopra i 2,5 cm) ed ancora ottimo un eventuale abbinamento multistrato-MDF, magari utilizzando la prima essenza per le pareti più piccole del diffusore o per rinforzi interni.
Bene anche un buon legno massello, sempre gradevole alla vista, da scegliere però ben rigido, smorzato e stagionato. Ottimo ad esempio il faggio, il ciliegio, il legno di rosa (ed i prezzi stanno salendo alle stelle), pessimo invece l'abete.
Da scartare il truciolato, difficile da lavorare e da rifinire. La soluzione che io ritengo migliore è comunque l'utilizzo di un sandwitch MDF-multistrato (1 cm + 1 cm); i pannelli costruiti in questo modo sono rigidi e molto smorzati e le poche vibrazioni possono essere poi ulteriormente fagocitate da antirombo o guaina di catrame, del tipo utilizzata in edilizia.
L'assemblaggio non è particolarmente difficile e la lavorazione piuttosto precisa, consentendo poi una rifinitura piacevole, magari con una buona impiallacciatura (maggior dettagli in un prossimo articolo). Non elevato infine il costo complessivo.
La costruzione di diffusori acustici: il legno
Ecco il primo di una serie di articoli dedicati agli autocostruttori di diffusori acustici. Si comincia dall'inizio, con la scelta dell'essenza da utilizzare per la costruzione di una buona coppia di cabinet.
La letteratura in proposito non è certo vasta, ed a grandi linee è possibile individuare due distinti approcci alla realizzazione del cabinet, diretti in un primo caso ad assorbire ed eliminare quanto più possibile le vibrazioni prodotte dagli altoparlanti, in secondo caso a sfruttare le risonanze dei pannelli per realizzare una vera e propria cassa armonica, che contribuisce dunque al suono del diffusore.
Io tendo con decisione verso la prima impostazione: la progettazione di diffusori acustici è ancora sufficientemente tarata nella sua scientificità da una enorme quantità di variabili, ed aggiungerne volontariamente di ulteriori mi sembra del tutto fuori luogo.
Io credo che siano gli altoparlanti a dover suonare ed aggiungere a bella posta risonanze e vibrazioni significa introdurre distorsioni, di cui a dire il vero non sento la mancanza!
Senza considerare poi che anche nella costruzione di diffusori inerti e smorzati non esiste una regola universale da seguire, ma una serie di probabilità; ecco che allora si impone come materiale più indicato l'MDF, magari smorzato da una serie di pannelli di materiali bituminosi, gommosi, cellullosi smorzati, e chi più ne ha più ne metta (sic!)
Interessante è poi l'utilizzo di sandwitch di legni differenti, come ad esempio multistrato ed MDF, per realizzare dei pannelli che uniscano le caratteristiche meccaniche di due materiali differenti. E l'utilizzo di intercapedini da riempire di sabbia, di talco, di pallini di piombo, di blue tak?
E il marmo, il cemento, o i materiali compositi?
Qui il discorso diviene davvero troppo complesso: le essenze lignee, o derivate, sono infine le più affidabili e raggiungibili e mi sembra saggio evitare di occuparsi di materiali troppo complessi da lavorare e di scarso interesse generale.
Io consiglio di procedere sempre per gradi, e stabilire delle priorità; il materiale utilizzato per costruire il mobile dovrebbe essere a mio avviso l'ultimo gradino di una scala piuttosto lunga.
Ho conosciuto persone che curavano sino allo stremo delle forze il cablaggio di impianti mal assortiti e squilibrati, con la pretesa di potere risolvere tutto con un connettore dorato od un cavo speciale. Nello stesso modo un diffusore mal progettato e mal suonante non si trasformerà in un cigno solo grazie ad uno studio accuratissimo dei modi di vibrazione e della loro influenza sul suono.
Certo, è sicuramente possibile migliorare le prestazioni di un ottimo diffusore curando la precisione della costruzione ed il comportamento del cabinet, ma sarà necessario fare diverse prove, costruendo diversi mobili identici nelle misure ma di materiali differenti.
Altrimenti ci si può affidare alle cure di un buon MDF, 16 o 19 mm di spessore e smorzare dove possibile con del bitume di varia provenienza. Ottima alternativa è poi il multistrato marino (più costoso), sempre abbastanza rigido e forse meno cupo nel mediobasso.
Bene il multistrato classico, tipo di betulla, ma solo di elevati spessori (sopra i 2,5 cm) ed ancora ottimo un eventuale abbinamento multistrato-MDF, magari utilizzando la prima essenza per le pareti più piccole del diffusore o per rinforzi interni.
Bene anche un buon legno massello, sempre gradevole alla vista, da scegliere però ben rigido, smorzato e stagionato. Ottimo ad esempio il faggio, il ciliegio, il legno di rosa (ed i prezzi stanno salendo alle stelle), pessimo invece l'abete.
Da scartare il truciolato, difficile da lavorare e da rifinire. La soluzione che io ritengo migliore è comunque l'utilizzo di un sandwitch MDF-multistrato (1 cm + 1 cm); i pannelli costruiti in questo modo sono rigidi e molto smorzati e le poche vibrazioni possono essere poi ulteriormente fagocitate da antirombo o guaina di catrame, del tipo utilizzata in edilizia.
L'assemblaggio non è particolarmente difficile e la lavorazione piuttosto precisa, consentendo poi una rifinitura piacevole, magari con una buona impiallacciatura (maggior dettagli in un prossimo articolo). Non elevato infine il costo complessivo.
Re: Il box perfetto
io non metto mai viti, penso indeboliscano più che rinforzaresuonohificar ha scritto:(es. legno 19mm vite da 3x35mm) praticare due fori uno più largo sul pannello dove la vite deve poggiare ed uno più stretto nel pannello dove la vite deve "tirare" .
ma se lo fate svasate il foro di invito, serrandole tendono ad alzare materiale
se incollate due pezzi di legno basta solo la vinilica e dei morsetti
usate delle spine al posto delle viti, anche li i fori svasati.....per tenere fermi i due pezzi se mai
Work in Progress
- claudio-costantini
- Coassiale
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Re: Il box perfetto
verissimo soprattutto sull'MDF è altamente sconsigliato mettere delle viti, per unire pannelli di MDF si usano i perni in legno frassino colla vinilica e morsetti solo che per fare un lavoro ad hoc servirebbe un centro di lavoro a controllo numerico, io per mia fortuna ci lavoro tutto il giornors250v ha scritto:io non metto mai viti, penso indeboliscano più che rinforzaresuonohificar ha scritto:(es. legno 19mm vite da 3x35mm) praticare due fori uno più largo sul pannello dove la vite deve poggiare ed uno più stretto nel pannello dove la vite deve "tirare" .
ma se lo fate svasate il foro di invito, serrandole tendono ad alzare materiale
se incollate due pezzi di legno basta solo la vinilica e dei morsetti
usate delle spine al posto delle viti, anche li i fori svasati.....per tenere fermi i due pezzi se mai
sul multistrato si possono pure usare le viti ma sarebbe meglio fare dei fori di invito sempre in compagnia dei perni o a dei biscotti di legno
Re: Il box perfetto
In una discussione si parlava del confronto tra MDF e betulla...mi sembrava di aver capito che MDF era si probabilmente migliore a livello acustico ma a livello pratico poco resistente a umidita e piuttosto pesante per casse acustiche con volumi da rimorchio di un tir...ecco perche ho espresso quel parere
Re: Il box perfetto
finche sta in auto e non fuori non ci sono problemi, tanto più che di solito viene rivestito o verniciatorazgriz ha scritto:ma a livello pratico poco resistente a umidita
sul peso su casse grandi si, ma li si puo fare molti rinforzi o usare un sandwich di più materiali, tanto più che un betulla da 3cm non è che pesi poco comunque.....
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Re: Il box perfetto
Ecco qua dove si menziona la betulla.....in fondo alla pagina 3
viewtopic.php?f=6&t=115&start=40
qui addirittura sta dentro casa
viewtopic.php?f=6&t=115&start=40
qui addirittura sta dentro casa
Re: Il box perfetto
e?razgriz ha scritto:Leggete questa discussione....intitolata proprio QUALE LEGNO
viewtopic.php?f=20&t=2382
l'mdf è più pesante ma più sordo
il multi è più leggero ma meno sordo
quindi?
non mi sembra ci sia uno meglio dell'altro, dipende dal progetto e da come lo si lavora, ma se vuoi ottenere un risultato buono con il multi devi usare uno spessore maggiore, a parità di altri parametri...
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Re: Il box perfetto
In questo articolo vengono misurati più materiali con diversi fonoassorbenti
http://www.picosound.de/D_gehmat.htm
Ma personalmente non so trarre una conclusione
http://www.picosound.de/D_gehmat.htm
Ma personalmente non so trarre una conclusione
Ultima modifica di hitech il 12 gen 2013, 10:48, modificato 1 volta in totale.
- suonohificar
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Re: Il box perfetto
scusa per mettere i perni non devi fare un foro lo stesso? E quindi cosa cambia? Io non mi fido solo della vinilica....claudio-costantini ha scritto:verissimo soprattutto sull'MDF è altamente sconsigliato mettere delle viti, per unire pannelli di MDF si usano i perni in legno frassino colla vinilica e morsetti solo che per fare un lavoro ad hoc servirebbe un centro di lavoro a controllo numerico, io per mia fortuna ci lavoro tutto il giornors250v ha scritto:io non metto mai viti, penso indeboliscano più che rinforzaresuonohificar ha scritto:(es. legno 19mm vite da 3x35mm) praticare due fori uno più largo sul pannello dove la vite deve poggiare ed uno più stretto nel pannello dove la vite deve "tirare" .
ma se lo fate svasate il foro di invito, serrandole tendono ad alzare materiale
se incollate due pezzi di legno basta solo la vinilica e dei morsetti
usate delle spine al posto delle viti, anche li i fori svasati.....per tenere fermi i due pezzi se mai
sul multistrato si possono pure usare le viti ma sarebbe meglio fare dei fori di invito sempre in compagnia dei perni o a dei biscotti di legno
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Re: Il box perfetto
Sicuramente in progetti professionali tipo casse live si potrebbe rinunciare a qualcosa pur di ottenere più praticità . Ciò non toglie che l'MDF esca sempre vincente in temrini acusticirazgriz ha scritto:In una discussione si parlava del confronto tra MDF e betulla...mi sembrava di aver capito che MDF era si probabilmente migliore a livello acustico ma a livello pratico poco resistente a umidita e piuttosto pesante per casse acustiche con volumi da rimorchio di un tir...ecco perche ho espresso quel parere
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Re: Il box perfetto
le spine servono solo a tenere fermo il pezzo finche fa' presa la colla, ma si può usare dello scotch se il pezzo non è complicato oppure degli incastri, ma in questo caso serve un attrezzatura adeguatasuonohificar ha scritto:
scusa per mettere i perni non devi fare un foro lo stesso? E quindi cosa cambia? Io non mi fido solo della vinilica....
la vite fa' trazione e solleva materiale
prova ad incollare un pezzo solo vinilica, poi prova a romperlo........
certo un box da sub professionale, a parte che non scendono in frequenza come un sub da auto, ma sarebbe un problema di trasporto,suonohificar ha scritto:
Sicuramente in progetti professionali tipo casse live si potrebbe rinunciare a qualcosa pur di ottenere più praticità . Ciò non toglie che l'MDF esca sempre vincente in temrini acustici
io ho fatto un sub per un DJ in mdf, ma la cassa ha un peso elevato
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Re: Il box perfetto
Alla faccia quante risposte Grazie dell' interesse io ultimamente ho visto tecniche di costruzione molto elaborate, per esempio tutti o quasi, quelli che montano Bewith costruiscono i box sia piccoli che grandi con dei procedimenti particolari e con materiali molto diversi tra loro ma paradossalmente molto legati tra loro, tipo legno, alluminio, sabbia ecc. e tutte le parti sono costruite con frese a controllo, io mi chiedo se questi procedimenti possano essere univoci per tutti gli altoparlanti oppure suonerebbero meglio con altre tecniche di costruzione anche perchè è una lavorazione lunga e dispendiosa, quindi non vorrei rischiare di fare un box per poi scoprire che con metà (se non meno) della spesa il risultato non cambia....
.... é ufficiale, arriva la casa, quindi sarò inserito nella lista dei BRADIPI di CAF :-)
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Re: Il box perfetto
bhe li si tratta di fare dei box senza spigoli (o comunque lievi) nulla ti vieta di farli con una fresa manuale, certo non è un lavoro semplice
per il resto la forma incide sulle onde stazionarie specie in gamma media, in un sub molto meno
per il resto la forma incide sulle onde stazionarie specie in gamma media, in un sub molto meno
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