Il DSP è uno strumento che permette di fare tante cose, dall’utile al necessario.
Nasce per poter progettare il proprio sistema di altoparlanti in auto, senza dover ricorrere ai filtri passivi costruiti su specifica. E per rimediare alla posizione di ascolto, decentrata, del guidatore.
Per poter fare questa che non è “magia” ma scienza, richiede che ogni altoparlante abbia la propria linea di amplificazione e richiede una attenta taratura strumentale e successivo EVENTUALE AFFINAMENTO ad orecchio. Un prodotto serio, dispone di tanti e tali strumenti che è impossibile sfruttare senza conoscenza dei fenomeni acustici e senza avvalersi di un minimo di attrezzatura per le misure del campo sonoro.
Allo stesso tempo, è sostanzialmente impossibile farne a meno, almeno per alcune delle sue funzionalità, se il risultato che si vuole ottenere è almeno discreto, dal punto di vista della spazialità stereofonica.
Per via delle sue peculiarità, non basta “metterlo” in un impianto mal pensato per cambiarne le sorti, come non cambia le sorti di una gara mettere un motore potente in un telaio mal fatto, o affidare una buona macchina ad un pilota mediocre.
Un sistema audio si progetta dandosi un budget complessivo di soldi e di spazio/invasività, avendo ben chiari in mente gli obbiettivi e scegliendo di conseguenza i componenti e le tecniche di installazione. Ed anche per scegliere, posizionare ed orientare gli altoparlanti, si fanno prove e misure.
In tutto questo contesto, in automobile, fatta salva ovviamente la sua buona qualità, la sorgente ha un ruolo abbastanza marginale, rispetto alle possibilità di intervento sul segnale. Ed un DSP versatile puó fare la differenza.
Ciao!